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Il mese scorso si è tenuto, come tutti gli anni, il WEF – World Economic Forum a Davos.
Il tema era Industria 4.0: la Quarta Rivoluzione Industriale e come preparare la società civile internazionale ad affrontarla.
Il Forum si propone di approntare una strategia di avvicinamento all’innovazione tecnologica in maniera responsabile, coinvolgendo attivamente tutto il comparto civile, incluse le associazioni umanitarie, sindacati, organizzazioni di sviluppo. L’obiettivo è quello di formare le persone e le organizzazioni umane per prevenire e risolvere le sfide globali, e proteggere i diritti umani della società internazionale, specialmente le fasce deboli.
Investing in civil society—its preparedness, digital infrastructure and inclusion in the governance of emerging technologies—is investing in the future of accountability, transparency, fairness and trust in the Fourth Industrial Revolution for everyone.
Investire nella società civile – la sua preparazione, le infrastrutture digitali e l’inclusione di tecnologie emergenti nei governi – equivale a investire nel futuro della Responsabilità, della Trasparenza, dell’Equità e della fiducia PER tutti nella Quarta Rivoluzione Industriale.
“Il 65% dei bambini che iniziano quest’anno la scuola prenderanno lauree per svolgere delle professioni che oggi nemmeno esistono“.
Ecco un’altra riflessione che è scaturita dal Forum. Il mondo del lavoro cambia (ed ecco perché è necessario coinvolgere anche i Sindacati), e con esso anche quello dell’istruzione. Sicuramente le tecnologie di automazione solleveranno dal lavoro manuale numerose fasce di popolazione, ma ciò non significa che l’apporto umano diventerà superfluo: tutt’altro. Saranno quindi necessarie figure che siano coinvolte nell’automazione, che la sviluppino e la programmino. Saranno quindi sempre più necessarie figure che siano in grado di comprendere e sviluppare le AI (intelligenze artificiali) e il Machine learning. Competenze che dovranno essere accompagnate anche dallo sviluppo di immaginazione, pazienza, maturità emotiva.
Tutto ciò che è umano a livello emozionale sarà sempre più valorizzato e “di valore”: ci vorrà grande attenzione nei confronti delle intelligenze emotive.
Fondamentale il ruolo delle aziende, nel riscrivere il proprio approccio al mercato e alle competenze di cui avranno (se non hanno già) bisogno. Per portare avanti una crescita graduale e per quanto possibile coerente con la velocità dell’innovazione tecnologica sarà quindi necessario puntare sulla formazione continua della forza lavoro, oltre che stimolarne il desiderio spontaneo.
Formazione continua significa permettere alle persone di adattarsi e adeguarsi ai cambiamenti. In questo percorso le aziende devono essere sostenute dai governi, e da tutti gli enti e organizzazioni, pubblici e privati, che partecipano alla vita civile. Perché formazione e crescita sono e devono continuare ad essere un interesse politico.
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